L’idea che un’abitazione possa aprire le sue porte al pubblico e farsi strumento di partecipazione condivisa è il collante di tutto il progetto, che vuole sempre e comunque riallacciarsi e rimanere saldamente legato alla dimensione familiare e dunque alla “casa” per antonomasia. Casa è indissolubilmente famiglia. Casa è anche un luogo di lavoro silenzioso, intimo. Casa è quello spazio dove i muri perimetrali ne abbattono degli altri; è uno spazio di ritrovo, accoglienza, ascolto e confronto. CasaStudio nasce, dunque, col desiderio di creare – attraverso la fotografia e lo studio dell’archivio d’immagini – incontri informali, racconti ed esperienze; una rete non solo di rapporti ma anche e soprattutto di testimonianze. Una memoria partecipata da tenere viva e tutelare. La più ampia forma di cultura: lo scambio reciproco. CasaStudio raccoglie e accoglie storie, di ciascuno e di tutti, come una casa accoglie e raccoglie le storie del singolo, della famiglia che la vive e delle persone che la frequentano. E le conserva. Conserva immagini, parole, suoni. Perché anche ogni immagine, parola o suono è una piccola, grande storia da ascoltare, curare e conservare. E tra chi ascolta e racconta, tra chi mostra e chi osserva si crea, così, inevitabilmente, un legame: s’innesca quell’ingranaggio di ricerca e scoperta (o riscoperta) di un’identità, individuale prima, collettiva poi, che trova nella fotografia la sua massima espressione.